Settore agricolo e agroalimentare

Definizione del settore agricolo:

Nel senso il più ampio quel settore dell'economia rappresenta le coltura, l'allevamento, la caccia, la pesca e la silvicoltura. La nomenclatura delle attività francesi stabilisce una differenza tra attività agricola (sfruttamento delle risorse naturali con lo scopo di produrre vari prodotti della coltura e dell'allevamento); la silvicoltura e l'attività di pesca (sfruttamento professionale delle risorse marittime e di acqua dolce).



L'agricoltura francese numero uno in Europa:

Con una produzione agricola valutata a più di 60 miliardi di euro nel 2010, la Francia si posiziona al primo posto tra i paesi europei, sia per le produzioni vegetali che animali.
Contribuisce circa al 18% della produzione dell'Unione Europea (stimata a 379 miliardi di euro), davanti alla Germania (13%) ed all'Italia (12%). Al livello mondiale si tratta della seconda potenza agricola dopo gli Stati Uniti.
Tuttavia l'agricoltura rappresenta solo l'1.7% del Pil nazionale e da lavoro a solo il 3.3% degli attivi.
Le esportazioni francesi  sono ben superiori delle importazioni, con una bilancia commerciale eccedentaria di più 9 miliardi di euro. La Francia è anche il primo paese esportatore europeo.

Lavoro della popolazione attiva:

Per quanto riguarda i lavori agricoli, la Francia si trova al 5o posto in Europa.
Inoltre sui 11 milioni di persone che lavorano nel settore agricolo dell'Unione Europea, 2.2 milioni erano romeni o polacchi, seguiti dagli italiani (1.3 milioni) e dagli spagnoli (967 000).
La cosa che ci colpisce e che i francesi non vengono rappresentati in modo significativo.

L'Agricoltura una parte modesta nell'economia francese:

Il valore aggiunto lordo del settore agricolo, della silvicoltura e della pesca ammonta a 37.3 miliardi di euro nel 2007, di cui circa i 30 miliardi solo per l'attività agricola.
E molto meno importante del settore terziario (il 77% del Pil con 1309 miliardi di euro) o dell'industria (238 miliardi di euro). La quota del valore aggiunto dell'agricoltura non smette di diminuire nell'economia francese.
Mentre rappresentava più del 4% del prodotto interno lordo negli anni 80, l'agricoltura, silvicoltura e pesca scende al 2% nel 2007. L'unica parte agricola rappresenta l'1.4 % del Pil. Nonostante la crescita del valore aggiunto agricolo in volume, questo ripiegamento dell'agricoltura nel Pil è legato al fatto che i prezzi dei prodotti agricoli sono crollati da 25 anni.


Una bilancia commerciale eccedentaria: 

Nel 2008, la Francia esportava per 50 miliardi di euro di prodotti agroalimentari (grezzi e trasformati), principalmente in direzione dell'Unione Europea (per 36 miliardi di euro).
La Francia importava per 40.7 miliardi di euro di quei prodotti, che vengono in maggioranza dall'Unione europea (per 28 miliardi di euro). Nel 2008, l'eccedenza degli scambi alimentari ammontava a 9.3 miliardi di euro, dovuto in parte all'aumento delle esportazioni dei cereali. Le bevande (vini e bevande alcoliche), i cereali, i prodotti caseari e gli animali vivi sono prodotti di cui il saldo della bilancia commerciale è il più in eccedenza. A contrario, la Francia importa più pesci, frutti e tabacco di quanto ne esporti. 
Per settore, la Francia è specialmente il primo paese europeo per la produzione di bovini e pollame, di cereali, di barbabietola da zucchero, di oleaginosi e patate.

Agricoltura italiana:

La produzione agricola italiana rappresenta solo i 4/5 dei bisogni del paese, è per questa ragione che l'Italia rimane un paese fortemente importatore di prodotti agricoli.
Tuttavia l'Italia è il terzo paese agricolo dell'Unione Europea. L'agricoltura in Italia rappresentava nel 2013, il 2.3% del Pil. La quota dell'Italia nel commercio agroalimentare mondiale è del 4% nel 2009. Nel 2009 il valore aggiunto del settore primario, includendo la silvicoltura e la pesca, rappresentava 25 084 milioni di euro sia l'1.8% del valore aggiunto italiano, sia un ribasso del 11.5% rispetto al 2008.
Il settore primario contabilizza 1.7 milioni di aziende agricole, sia 12.74 milioni di ettari. 
Le culture cerealicole occupano il 31.7% della superficie agricola utile (SAU), le pianure e le colture forragere rappresentano rispettivamente il 27.2% e il 14.2%. 
Le colture continue come i viti e uliveti si estendono sul 6 al 8% del territorio italiano. 

La quota dell'allevamento è aumentata del 2.5% nel 2005 e riguarda il 18.4% degli agricoltori (ossia 309 469 aziende),
e si tratta essenzialmente di allevamento bovino e di capre.
Tuttavia circa 1 milione di bovini sono venduti ogni anno dalla Francia all'Italia, la Francia assicura cosi l'80% dell'approvvigionamento italiano. Il valore della produzione agricola italiana ammonta a 44 376 milioni di euro. 
E fortemente diminuita legata a causa di un ribasso dei volumi (-2.4%) e dei prezzi (-6.1%).
I settori dominanti rimangono la carne, con il 20% della produzione agricola totale per un valore di 9 081 milioni di euro, le produzioni vegetali che rappresentano il 16.4% e il settore del latte che ne rappresenta il 10%. 
In termine di produzione sono sopratutto le grandi colture e l'arboricoltura che sono state colpite, con un importante ribasso per i cereali. Al contrario le produzioni animali continuano a reggere bene. 



L'Industria agroalimentare (Francia/Italia)

In modo generale nei paesi dell'Unione Europea, le piccole e medie imprese (Pmi), di 10 lavoratori a meno di 250 sono ampiamente maggioritari nel settore dell'agroalimentare (il 95% delle imprese agroalimentari hanno meno di 50 dipendenti).




Le Industrie agroalimentari (IAA) italiane erano 60 300 nel 2008 (bevande e tabacco inclusi). 
La quota dell'Italia nel commercio agroalimentare mondiale era del 4% nel 2009. (l'8% per la Francia).
Nel 2009 il settore impiegava 456 200 persone ossia il 9.9% dell'impiego industriale, e cio' rappresenta circa il 70% dei dipendenti nelle regioni del centro-nord. Il valore della produzione delle industrie agroalimentari è di circa 913 miliardi di euro ossia il 13.5% della produzione del settore secondario, l'Italia si trova al quarto posto per valore di produzione dell'Unione Europea. 
Le principali industrie agroalimentari sono i prodotti lattieri che rappresentano il 12% del valore di produzione, con una produzione di 12 174 milioni.
L'Industria alimentare italiana subisce la crisi, ma è in rialzo dal 2014. Nell'osservare rispettivamente il settore agricolo rispetto all'industria agroalimentare si nota che ci sono 772 975 aziende agricole per 68 420 industrie che lavorano nel settore agroalimentare. Nonostante buoni resultati in questi ultimi anni, le esportazioni alimentari italiane rappresentano la metà di quelle tedesche (rispettivamente 27 e 57 miliardi di euro).

La Francia possiede una potente industria agroalimentare perché si tratta del primo settore industriale francese in termini di giro d'affari e di lavori.
Nel 2013, le 11 852 aziende del settore (cifra molto bassa rispetto alle 68 420 italiane), hanno avuto un giro d'affari di 160.5 miliardi di euro e davano lavoro a 492 727 persone sull'insieme del territorio francese.
La Francia trasforma direttamente il 70% della sua produzione agricola (2013). Circa l'80% del giro d'affari venne realizzato in Francia. Il settore costituisce anche un notevole sostegno alla bilancia commerciale del paese perché ha creato un eccedente commerciale di 8.5 miliardi di euro nel 2013.
L'agroalimentare è la prima industria francese in termine di lavori. I siti di produzione sono spesso delle piccole unità che si trovano nelle campagne, Questo puo' rappresentare un ostacolo importante all'internazionalizzazione. Tuttavia rimane il primo settore per quanto riguarda le vendita, ossia 70% delle risorse francesi. 

Origine e qualità dei prodotti


In Francia, in Italia ed in Europa dei loghi ufficiali permettono di riconoscere i prodotti con segno ufficiale di qualità e di origine. L'Italia ha il più gran numero di denominazioni di origine protetta, di indicazione geografica protetta e di specialità tradizionali garantite, con il 21% della produzione europea, essenzialmente in produzione viticola, seguita dalla Francia. 


I segni sull'origine


L’Appellation d’origine contrôlée (AOC), ou denominazione di origine controllota (DOC) designa un prodotto di cui tutte le tappe di produzione vengono realizzate secondo un savoir faire riconosciuto in una stessa zona geografica, che dà le sue caratteristiche al prodotto.

L'Italia è il paese europeo che ne ha il più gran numero.

L’Appellation d’origine protégée (AOP) ou denominazione di origine protetta è l'equivalente europeo dell'AOC o DOC, protegge il nome di un prodotto in tutte le zone dell'Unione Europea.


L’Indication géographique protégée (IGP) designa un prodotto le cui caratteristiche sono legate alla zona geografica in cui si svolge al meno la sua produzione o la sua trasformazione secondo condizioni determinate precisamente. E un segno europeo che protegge il nome di un prodotto nell'Unione Europea. 


La spécialità tradizionale garantita (STG) protegge una ricetta tradizionale.



L’agricoltura biologica (AB) garantisce che il modo di produzione è rispettoso dell’ambiente e del benessere animale. Le regole che riguardano il modo di produzione biologico sono le stesse in Europa, e i prodotti importati sono sottomessi alle stesse esigenze. 











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